Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, la depressione non ha necessariamente un volto Si tratta di un'apparenza o di un tipo di comportamento precedente che rende chiaro ciò che sta accadendo internamente a qualcuno.
Poiché settembre è il mese della prevenzione dei suicidi, l'hashtag #FaceOfDepression ("Volto della depressione") è stato creato proprio per avvisare che la persona che soffre non ha sempre questo aspetto È un monito per tutti noi, che ci ricorda che ogni persona merita attenzione e cura e che spesso chi è depresso nasconde questi segnali agli altri.
L'hashtag ha portato in rete molte foto che parlano da sole, rivelando storie dure, molte con finali tragici, ma che illuminano con precisione il fatto che la sofferenza può sempre essere velata nelle persone soprattutto in coloro che sono noti per avere condizioni preesistenti e tracce di malattie come la depressione.
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Bisogna sempre essere attenti e prendersi cura di chi soffre, perché l'apparenza non dice necessariamente ciò che il cuore soffre.
"Suicidio"
La campagna ha preso slancio soprattutto con il post della vedova del cantante Chester Bennington che mostra una foto di lui sorridente, 36 ore prima del suo suicidio.
Questa foto è stata postata da una madre, che mostra la figlia di otto anni, la sera prima che finisse in ospedale per un tentativo di suicidio fortunatamente non riuscito. Oggi è viva e sta bene, assicura la madre.
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"Quello è il mio ragazzo, due settimane prima di impiccarsi, non capiremo mai...".
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"Assunto 7 ore prima di tentare il suicidio"
"Questo è mio figlio, poco prima che cercasse di capire il modo giusto per impiccarsi, due giorni dopo ci è riuscito".
"Depresso. Sì, ancora depresso".
"È possibile essere depressi anche se si ha una figlia